Si aprono speciali scenari per il lavoro autonomo delle donne grazie a nuovi stanziamenti ed iniziative nazionali.

Il lavoro autonomo femminile può essere una risposta importante alle esigenze di conciliare guadagno e famiglia, ma anche per la crescite economica dell’intero Paese: per questo, il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri sembra impegnato a facilitare l’accesso al credito per l’imprenditoria femminile.

Con questo obiettivo è stato firmato il Protocollo di intesa per lo sviluppo e la crescita dell’imprenditorialità e dell’auto-impiego femminile, sottoscritto da ABI, da Confindustria, da Confapi, da Rete Imprese Italia e da Alleanza delle cooperative italiane.

In sintesi l’intento è quello di agevolare l’accesso ai finanziamenti per l’imprenditoria femminile o la libera professione femminile, così da permettere l’inserimento delle donne nel mercato del lavoro o lo sviluppo in autonomia della propria attività.

Le donne interessate, avranno 2 strumenti per poter sviluppare ed avviare l’impresa: sezione speciale e protocollo di intesa.

La Sezione Speciale con il Fondo centrale di garanzia per le piccole e medie imprese, offre una copertura finanziaria fino ad una massimo del 80% del finanziamento richiesto dall’imprenditrice. Il protocollo di intesa, invece, realizza un programma di interventi per sostenere l’accesso al credito all’imprenditoria femminile e anche alle lavoratrici autonome, che le banche e gli intermediari finanziari aderenti si sono impegnati a rispettare.

 

Sezione speciale per l’imprenditoria femminile

Per accedere alla Sezione speciale è necessario che le micro, piccole e medie imprese (PMI) siano iscritte al Registro delle imprese e che rientrino nella definizione di impresa femminile secondo l’articolo 2, comma 1, lettera a), della legge 25 febbraio 1992, n. 215

In sintesi parliamo di imprenditoria femminile quando l’azienda è:

  • una cooperativa o società di persone costituite da donne in misura non inferiore al 60%;
  • società di capitali le cui quote di partecipazione spettino in misura non inferiore ai due terzi a donne e i cui organi di amministrazione siano costituiti per almeno i due terzi da donne;
  • imprese individuali gestite da imprenditrici donne;
  • libere professioniste iscritte agli ordini professionali.

Questa iniziativa non prevede limiti di età delle imprenditrici donne ed è aperta a tutti i settori dell’imprenditoria femminile esclusi industria automobilistica, costruzione navale, fibre sintetiche, industria carboniera, siderurgia e attività finanziarie.

 

Protocollo d’intesa per l’imprenditoria in rosa

Anche in questo caso l’accesso alle agevolazioni è aperto alle micro, piccole e medie imprese definite femminili secondo la legge vigente sopra riportata, e ovviamente iscritte al Registro delle imprese.

La differenza di accesso tra la Sezione Speciale e il Protocollo di intesa sta nel numero dei settori coinvolti per il supporto dell’imprenditoria femminile. Se, infatti, la sezione speciale esclude alcuni settori, il Protocollo di intesa, invece, è aperto ad aziende e professioniste di qualsiasi settore, anche quelli esclusi in precedenza.

Per avere informazioni attendibile e aggiornate su tutte queste misure a sostegno dell’imprenditoria femminile, il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha pubblicato un sito web ad hoc: imprenditricioggi.governo.it