Imprenditoria femminile: per le donne un nuovo modo di vivere il lavoro e realizzare i propri sogni

 

Le donne che lavorano sono sempre di più eppure il mondo delle aziende non è sempre disponibile a venire incontro alle esigenze di mogli e madri. Ecco perché molte decidono di avviare un’attività in proprio di imprenditoria femminile, finalmente libere dagli obblighi imposti da un rapporto di lavoro dipendente. Con un’impresa femminile le donne possono finalmente dare vita ai propri sogni, mettendo su un’azienda che rispetti le loro esigenze di spazio e tempo libero. E per farlo, oggi, hanno anche a disposizione agevolazioni finanziarie interessanti.

 

Ma cos’è un’impresa femminile? Si tratta di una società in cui la maggior parte delle partecipazioni di controllo e della quota di capitale sono in mano a donne. Qualche esempio? È un’impresa femminile una ditta individuale di proprietà di una donna. Rientrano nella definizione di imprenditoria femminile una Srl (Società a responsabilità limitata) dove ci sono tre soci di cui due donne e un uomo oppure una cooperativa con almeno il 60% di donne. 

 

L’imprenditoria femminile in Italia

 

Nel nostro Paese, le imprese femminili sono in crescita, almeno secondo gli ultimi rapporti nazionali “Impresa in genere” realizzati dall’Unione italiana delle Camere di commercio e il Ministero dello Sviluppo Economico. In Italia almeno un’impresa su 5 è donna e il numero è in crescita, anche grazie alle possibili agevolazioni finanziarie. 

 

Gli incentivi per l’impresa femminile

 

Grazie alla  Legge n.215 del 1992,  (“Azioni positive per l’imprenditoria femminile”) lo Stato italiano si impegna a favorire la crescita dell’imprenditoria femminile, anche agevolando l’accesso ai finanziamenti per le aziende a predominanza “rosa”. Ne derivano tutta una serie di agevolazioni concrete che hanno l’obiettivo di favorire nascita e sviluppo dell‘impresa femminile. 

 

Il Dipartimento per le pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dello sviluppo economico, l’Associazione bancaria italiana (ABI) e le associazioni rappresentative, nel 2014 hanno firmato un protocollo d’intesa per consentire prestiti agevolati all’imprenditoria femminile. Le banche che aderiscono all’iniziativa, quindi, che rappresentano il 39% degli sportelli del settore, si sono impegnate a concedere finanziamenti a condizioni più vantaggiose all’impresa femminile rispetto alla normale offerta su operazioni simili e con lo stesso grado di rischio. Questi finanziamenti agevolati possono essere richiesti sia dalle lavoratici autonome, comprese le libere professioniste, che dalle titolari di piccole e medie imprese (PMI) a prevalente partecipazione femminile, che operano in qualsiasi settore.

 

Un’altra opportunità per l’imprenditoria femminile in Italia è “Nuove Imprese a tasso zero” di Invitalia, che offre un prestito senza tasso di interesse da destinare fino al 75% dei costi ammessi al beneficio. Una possibilità che esclude le ditte individuali o le libere professioniste, destinata solo alle società che operano in alcuni settori (produzione di beni, fornitura di servizi, turismo; rivalutazione e promozione del patrimonio culturale, servizi per il rinnovamento sociale), e richiedibile da donne tra i 18 e i 35 anni. 

 

E i finanziamenti a fondo perduto per l’impresa femminile? Ci sono anche quelli ma non sono sempre attivi. Generalmente prevedono un finanziamento di cui solo il 50% va restituito, ma per cogliere questa opportunità è necessario attendere la pubblicazione dei bandi, consultando periodicamente il sito internet della propria regione di riferimento, quello del Ministero dello Sviluppo Economico, e ovviamente quello di Invitalia (l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa).