Da Bologna parte un’idea straordinaria: contributi a fondo perduto per sostenere le imprenditrici in dolce attesa.

Il sostegno all’imprenditoria femminile sembra essere diventata una importante priorità nel nostro Paese. Lo confermano molte iniziative che prevedono incentivi e agevolazioni fiscali per le aziende guidate da donne. Da Bologna parte un’altra idea straordinaria che fa un passo ancora più avanti: sostiene le imprenditrici in dolce attesa che diventeranno presto delle mamme, con contributi a fondo perduto.

È ben noto a tutti, infatti, che essere donna nel mondo del lavoro non è facile in Italia, anche se siamo nel nuovo millennio. Le cose si complicano, ovviamente, quando si ha una famiglia e conciliare il tempo da dedicare al lavoro con quello da destinare ai figli diventa un’impresa titanica. Se poi si è a capo di un’azienda e anche impegnate nella gestione di una famiglia, il carico di responsabilità può diventare ingestibile, soprattutto quando i bimbi sono ancora molto piccoli.

Ecco perché la Camera di Commercio di Bologna ha pensato ad uno stanziamento di 1 milione di euro per sostenere l’imprenditoria femminile in un modo un po’ diverso dal solito, pensando alle neo-mamme a capo delle aziende. L’iniziativa si basa sulla concessione di contributi a fondo perduto per le donne che operano come imprenditrici individuali, socie amministratici di società di persone ma anche come legali rappresentanti o consigliere delegate di società di capitali, e che diventeranno mamme nel 2020.

 

Cosa coprono questi contributi a fondo perduto

Tutte le donne socie o a capo di un’azienda iscritta alla Camera di Commercio di Bologna, potranno fare richiesta di contributi a fondo perduto, nel caso in cui hanno una gravidanza in corso che si concluderà nel 2020.

Un sostegno all’imprenditoria femminile che manda un messaggio ben preciso: non abbiate paura di avere figli anche se lavorate molte ore al giorno! I contributi a fondo perduto della Camera di Commercio di Bologna, infatti, potranno essere richiesti ed utilizzati per:

  1. Aumentare l’organico dell’azienda, per far fronte alla minore presenza in ufficio; la maternità può portare via del tempo al lavoro. Ecco perché tutte le imprenditrici donne che richiedono questo contributo a fondo perduto potranno utilizzarlo per assumere personale in grado di sopperire ad una diminuzione del loro orario di lavorativo.
  2. Allestire postazioni di lavoro a casa, acquistando risorse tecnologiche; l’imprenditoria femminile, quando di mezzo c’è la maternità, passa anche attraverso giornate di smart working.
  3. Coprire la metà delle spese di asili nido, baby sitter, baby parking: per sostenere non solo l’imprenditoria femminile ma il lavoro femminile, in generale, sono fondamentali le soluzioni che consentono la gestione dei bimbi anche questi non possono andare a scuola.
  4. Attivare collaborazioni con temporary manager; un’imprenditrice a capo di un’azienda deve anche saper delegare. Con questo contributo a fondo perduto è possibile farlo temporaneamente ad un manager accuratamente selezionato e di fiducia.

 

Imprenditoria femminile a misura di mamma

L’iniziativa della Camera di Commercio di Bologna è senza dubbio lodevole e l’augurio è che sia presa d’esempio da molte altre realtà italiane oppure, perché no, proprio da iniziative nazionali di incentivo all’imprenditoria femminile in maternità.