Luci ed ombre delle innovazioni femtech dedicate alle donne che cercano una gravidanza

 

L’universo femtech è sempre più ricco di nuove app e dispositivi che promettono di aumentare le possibilità delle donne di restare incinte monitorando i giorni di maggiore fertilità ogni mese con la massima precisione. Ovviamente, una maggiore consapevolezza ovulatoria aiuta le coppie a concepire ma questi dispositivi digitali possono davvero dare i risultati che promettono?

 

Si registra che circa 1 coppia su 7 soffra di infertilità e le cause possono essere molteplici. Sfruttare la finestra di fertilità mensile della donna, molte volte, può essere determinante perché la ricerca di un figlio non impieghi mesi oppure anni per dare i frutti sperati. Tradizionalmente, il periodo fertile può essere individuato incrociando diversi dati tra cui l’ormone luteinizzante urinario (LH), la temperatura corporea basale (BBT) e ovviamente le date del ciclo mestruale. Non si tratta proprio di un calcolo immediato quindi. Ed è qui che intervengono le innovazioni femtech: molte aziende tecnologiche di tutto il mondo stanno lavorando per rendere più semplice ed immediato questo calcolo con software e dispositivi digitali. 

 

Alcuni affermano che la tecnologia femtech orientata al monitoraggio della fertilità possa addirittura raddoppiare la possibilità di una donna di restare incinta. I medici esperti di fertilità però non ne sono così sicuri.  

 

Le app per la fertilità che non hanno funzionato

 

Di aziende senza scrupoli che cercano di fare soldi sulle spalle delle persone che affrontano problemi di fertilità ce ne sono. A luglio 2019, ad esempio, la società di benessere Get A Drip ha ritirato la sua “flebo di fertilità” di vitamine e minerali da 250 sterline e si è scusata dopo che gli esperti l’avevano accusata di aver sfruttato le persone vulnerabili con un falso prodotto. 

 

Ma questa tendenza era già chiara nel 2018, quando su Current Medical Research and Opinion, dalle recensioni di 73 applicazioni femtech sulla fertilità si scopriva che l’app migliore aveva raggiunto solo il 21% di accuratezza nel prevedere il giorno dell’ovulazione delle donne. 

 

Le app per la fertilità che funzionano

 

Anche se non tutte le app per la fertilità funzionano, la tecnologia sta migliorando e ci sono le dovute eccezioni. 

 

È il caso, ad esempio, di due dispositivi che calcolano la temperatura corporea basale (BBT) per monitorare la fertilità: Ava e OvuSense. Si tratta di dispositivi femtech indossabili che ossono aiutare ad eliminare la seccatura associata alla creazione manuale di grafici BBT. 

 

Ava è un sensore indossabile indossato come un braccialetto durante la notte. Oltre a monitorare la temperatura, misura altri 4 segni fisiologici di fertilità: frequenza cardiaca, variabilità della frequenza cardiaca, perfusione cutanea e frequenza respiratoria. Usando un’intelligenza artificiale (AI), il braccialetto conferma queste misurazioni per dare a chi lo indossa una previsione della propria finestra fertile. Uno studio recentemente pubblicato sul Journal of Medical Internet Research assegna ad Ava una precisione del 90%.

 

OvuSense, invece, è un dispositivo da inserire nella vagina durante la notte e che rileva la temperatura ogni cinque minuti, scaricando i dati su un app per smartphone. Certo è un dispositivo femtech più invasivo di Ava, ma promette un’affidabilità del 99% per il rilevamento dell’ovulazione.

 

Insomma, le app femtech per la fertilità possono aiutare davvero le coppia ad avere figli, ma bisogna sapere quali scegliere.