Donne e tecnologia: emerge un drammatico gap tra maschi e femmine nel settore tech

 

È risaputo che l’Italia è il paese con il tasso di alfabetizzazione digitale tra i più basso d’Europa, ma a quanto pare questo non è l’unico problema: c’è una questione di genere, infatti, il rapporto tra donne e tecnologia, che registra numeri da brividi, come quello delle programmatrici donne, sempre in minoranza rispetto ai colleghi maschi. 

 

Non solo nelle aziende le donne vengono pagate meno della metà degli uomini nei settori leader delle imprese tecnologiche (e non solo in Italia) e non solo i vertici delle società tech più grandi del mondo sono stati trascinati in tribunale per discriminazione di genere (come ha fatto il CEO di Reddit Ellen Pao con il fondo di investimento Kleiner Perkins Caufield & Byers), ma l’altro dato allarmante è quello che riguarda l’utilizzo del computer, l’accesso ad internet, la frequentazione di facoltà scientifiche e lo svolgimento di lavori tecnologici: le donne sono indietro rispetto agli uomini. 

 

Donne e tecnologia: i numeri in Italia

 

Se vi state chiedendo perché non avete mai conosciuto programmatrici donne, oppure ingegnere e matematiche, la risposta è semplice: a studiare materie scientifiche e tecnologiche sono soprattutto i maschi. Solo il 38% delle studentesse italiane, infatti, sceglie indirizzi universitari cosiddetti “STEM” (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica). E in questo mondo al maschile, ovviamente, il rapporto tra donne e tecnologia non riesce a decollare: le ragazze che intraprendono percorsi lavorativi in settori scientifici e tecnologici fanno molta fatica a raggiungere i vertici delle professioni e le sedi decisionali negli enti di ricerca pubblici.

 

Qualche altro esempio? In Italia solo una start up innovativa su 10 è femmina e le aziende high tech assumono, in percentuale, più uomini. Una disuguaglianza che, ahi noi, non si assottiglia con l’aumentare della specializzazione tecnica richiesta, anzi si accentua. 

 

Se non vi bastano questi dati di settore per capire come mai non avete mai stretto la mano a programmatrici donne, facciamo un passo indietro per capire che il problema del rapporto tra donne e tecnologia ha radici più profonde: solo la metà delle donne italiane è “cittadina digitale” ed ha accesso ad internet. Ed è così, che “fuori dalla rete”, le donne diventano sempre di più cittadine di serie B. E probabilmente non basterà il tanto acclamato articolo sul diritto a Internet da inserire nella Costituzione: è necessario un cambio di rotta culturale e globale. 

 

Donne e tecnologia: cosa spaventa le ragazze?

 

Prima di entrare nel mondo del lavoro, è tra i banchi di scuola che si evidenzia il gap. Le facoltà STEM sono settori dove le donne sono ancora poche: 30% a fisica, 18% a ingegneria, 15% ad informatica. Percentuali che sono ferme da 15 anni! Quindi, quali sono gli ostacoli che si frappongono tra donne e tecnologia?  Tutta questione di orientamento: meno donne ci sono in alcune facoltà, meno donne sono tentate di provare. Per non parlare degli stereotipi culturali, radicati nel contesto sociale, per cui certi lavori sono considerati “da uomini”. Idee che non fanno altro che abbassare l’autostima delle ragazze e così addio alle programmatrici donne. 

 

L’unica speranza? Le nuove generazioni. Riusciranno gli smarphone e la diffusione di internet a migliorare il rapporto tra donne e tecnologia